L’export dei formaggi nel mese di maggio 2021 è aumentato del + 120% verso gli Stati Uniti e del +30% verso Australia e Canada. Non è solo merito della rimozione dei dazi, ma dell’indiscutibile qualità dei prodotti italiani. I dati sono stati resi noti da Confagricoltura e dal CLAL, la società di consulenza e servizi per il settore lattiero-caseario.
Analisi dei dati export verso gli USA
Gli Stati Uniti si attestano come il principale paese di sbocco per l’export dei formaggi italiani. Secondo i dati CLAL, le esportazioni verso gli USA hanno toccato le 13.635 tonnellate in termini di volume (pari al 120% in più su base annua) nel solo mese di maggio 2021.
Nel primo semestre giugno-maggio 2021, anche l’export verso paesi terzi come Australia e Canada ha registrato dati positivi rispetti al 2019 (+30%) con 2.627 tonnellate di formaggi che hanno varcato i confini extra-UE. Il dato verso il Canada è il migliore risultato dal 2016. Il merito è anche dell’Accordo economico e commerciale (CETA) tra Europa e Canada che si è dimostrato salutare e benefico per tutta l’agricoltura italiana.
Gli accordi UE sono dei validi strumenti per il sostegno alle esportazioni dell’agro-alimentare made in Italy e per la tutela dei marchi e delle IGP. L’ulteriore sfida è la definizione di accordi in ottica sostenibile. Il consumatore è sempre più esigente e attento alle dinamiche ambientali. L’Europa ha già messo in atto degli strumenti utili e il patto di reciprocità anche con i Paesi terzi potrebbe migliorare la qualità dei prodotti scambiati in genere. La clausola di reciprocità, infatti, si basa sullo scambio di prodotti realizzati secondo regoli compatibili con la normativa europea in materia di sicurezza alimentare, diritti dei lavoratori, benessere degli animali e sostenibilità ambientale. La certificazione ambientale dei prodotti agricoli potrà essere così riconosciuta non solo in ambito europeo, ma sul mercato globale a patto che anche i paesi terzi rispettino le stesse regole di sicurezza per far circolare i loro prodotti sul territorio europeo.
I dati export con il resto del mondo e in Europa
Sul mercato globale, la performance positiva dell’export dei formaggi italiani si è confermata, attestandosi su un generico +8,1% in termini di volume e + 7,5% in termini di valore. Il dato è positivo anche per gli altri paesi UE: la Francia ha ottenuto un +27,3% e la Spagna ha registrato un incremento del +44,8% nel primo quadrimestre 2021. L’Italia è il paese che ha realizzato l’incremento più costante e continuo nel corso degli ultimi tre quadrimestri, con risultati migliori anche pre-2019 e nonostante alcune criticità sia dovute alla pandemia che a storiche problematiche infrastrutturali e di filiera tipiche del mercato italiano. Il tasso di crescita medio per i prodotti lattiero caseari italiani è del 10%.
Si è visto che USA, Canada e Australia sono i principali paesi terzi di sbocco per l’export di formaggi italiani. Ma l’Europa resta il mercato di predilezione che rileva dati di crescita costanti sia in termini di valore (+8,8%) che di volume (+11%). I paesi più vicini all’Italia sono trainanti per il nostro export come Francia (+17,3%) e Germania (+4,6%). Crescono anche i mercati europei del nord: Svezia (+29,8%), Belgio (+23,9%), Paesi Bassi (+16,9%). Tra i paesi dell’est europeo, le performance migliori sono state registrate in Polonia (+4,7%) e Romania (+20,5%) con un vero e proprio boom delle vendite. Grandi risultati anche nei paesi dell’Est, come la Cina in cui i volumi di vendita per i prodotti italiani sono raddoppiati.
Relativamente alla tipologia di prodotti esportati più venduti e più apprezzati in Europa del made in Italy, i formaggi freschi ottengono risultati di crescita a due cifre. Interessanti anche i dati per i grattugiati e il Gorgonzola. Grano Padano e Parmigiano Reggiano – DOP e IGP – sono in ripresa dopo aver subito le conseguenze dei danni causati dalle contraffazioni.
Ma l’Italia? Come sono andati i consumi delle famiglie italiane nello stesso periodo? Dopo un ottimo risultato di crescita realizzato nel 2020 con un +8% di incremento delle vendite interne di prodotti lattiero-caseari di ogni genere, il primo quadrimestre 2021 ha segnato un’inversione di tendenza con un calo del 3,8% per tutte le categorie di prodotti caseari. L’auspicio è che sia un calo fisiologico temporaneo.