Il latte è un alimento deperibile. La scadenza del latte – che sia a lunga o breve conservazione – deve essere chiaramente indicata sull’etichetta con la dicitura “scade entro il …” oppure “consumare preferibilmente entro il …” e in questo caso anche dopo la scadenza indicata, l’alimento può ancora essere consumato senza effetti indesiderati per l’organismo. Ma perché il latte scade? Un latte scaduto quanto tempo ancora può durare ed essere consumato?
Le varie scadenze del latte a seconda della tipologia
Il latte in commercio è sempre sottoposto a trattamenti termici o meccanici per ridurre la presenza di microrganismi patogeni non sporigeni per renderlo un alimento sano e sicuro per la salute umana. Il latte può essere a breve o a lunga conservazione. Il latte a breve conservazione subisce un processo di pastorizzazione per renderlo atto al consumo. Il latte a lunga conservazione, invece è sottoposto a diversi processi industriali (microfiltrazione, trattamento UHT, sterilizzazione) per consentire l’abbattimento della carica batterica e garantire una maggiore durata nel tempo.
Il latte a breve scadenza si può conservare in frigorifero fino alla scadenza indicata in base al trattamento subito (fresco pastorizzato, fresco pastorizzato alta qualità, fresco pastorizzato a temperatura elevata, fresco pastorizzato e microfiltrato).
Il latte fresco pastorizzato e pastorizzato di alta qualità ha una scadenza di 6 giorni + 1 (secondo quanto prevede la legge 204/004).
Il latte fresco pastorizzato a temperatura elevata ha una scadenza fino a 2 settimane in frigorifero.
Il latte fresco pastorizzato microfiltrato dura fino a 10 giorni +1, in ambiente refrigerato.
Il latte a lunga conservazione UHT ha una durata massima di 90 giorni a temperatura ambiente.
Il latte a lunga conservazione sterilizzato dura fino a 6 mesi a temperatura ambiente (fuori dal frigorifero).
Quando l’etichetta riporta la dicitura “da consumare entro il …”, il latte deve essere consumato entro quella data, dopo la quale il prodotto deperisce ovvero perde le sue proprietà organolettiche e soprattutto comincia a sviluppare al suo interno microorganismi batterici. La dicitura “da consumare preferibilmente entro il …” che si trova soprattutto sulle confezioni di latte a lunga conservazione permette un margine più ampio di consumo del prodotto anche oltre la scadenza “suggerita”. Il latte a lunga conservazione – per i trattamenti subiti – non presenta microrganismi al suo interno, ma potrebbero riformarsi se il prodotto si consuma molto tempo dopo la data di scadenza oppure molto tempo dopo essere stato aperto e non consumato in breve tempo.
Infatti, ogni tipo di latte – a prescindere dalla tipologia – una volta aperto deve essere consumato entro pochi giorni e conservato in frigorifero per non alterare le proprietà organolettiche.
La conservazione del latte aperto è importante. Lo si deve chiudere sempre molto bene e accuratamente nella sua confezione originale, senza travasarlo, e riporlo in frigorifero. Il latte avanzato non si deve tenere troppo tempo scoperto in un pentolino o altro contenitore privo di chiusura: il contatto con l’aria oltre a far perdere le sostanze nutritive e le vitamine, lo espone a rischio di contaminazioni batteriche oltre a favorire la condensa nel frigorifero.
Latte scaduto: si può bere dopo la scadenza?
Il latte a lunga conservazione ha una data “indicativa” di scadenza che permette il suo consumo anche dopo la scadenza, sempre se è stato correttamente conservato durante i 3 o 6 mesi indicati e la confezione non è stata aperta. Il latte fresco a breve scadenza, invece, richiede più attenzione alla data di consumo.
La legge impone 6 giorni di scadenza per il latte fresco e gli esercenti hanno l’obbligo di ritiro dalla vendita entro i primi 4 giorni successivi la scadenza, ciò significa che si può acquistare il latte fresco scaduto ma con soli due giorni di tempo per il consumo. Il latte fresco può durare aperto fino a tre giorni dopo la data di scadenza, purché correttamente conservato e senza interrompere la catena del freddo. Il latte che va a male emette cattivo odore, sapore acido e la consistenza non è più liquida.Se si beve il latte scaduto – ma è ancora buono perché ben conservato – non accade nulla, salvo percepire un principio di sapore acidulo. Se, invece, il latte è scaduto da molto tempo può provocare problemi all’apparato digerente – soprattutto se si è già delicati – e induce nausea, vomito, diarrea, forti dolori addominali e nella peggiore delle ipotesi febbre, indice di un’infezione in corso.