Italatte – una delle più importanti imprese lattiero caseari in Italia – ha reso noto a ottobre 2020 di aver rinnovato in Lombardia il contratto con gli allevatori per la fornitura di latte, definendo il prezzo per il 2021 a 35,5 centesimi al litro, a patto che non venga superata la soglia di produzione stabilita (pena una multa di 6 centesimi per ogni litro sforato), oltre a molte altre clausole.
L’impatto del contratto lombardo su resto del latte in Italia
Il contratto siglato da Italatte – che rappresenta anche i più importanti marchi come Parmalat e fa parte del gruppo francese Lactalis – ha un’influenza nazionale perché la Lombardia è la regione con la più alta produzione di latte in Italia e rappresenta a sua volta un parametro produttivo a livello nazionale; pertanto la trattativa ha ripercussioni e interesse anche sul resto dei produttori di latte italiani. Il contratto prevede che agli allevatori sia indicata la quantità di latte da produrre e chi supera i limiti è soggetto a una penalità che consiste nella decurtazione del prezzo del latte pari a 6 centesimi al litro. La richiesta fatta agli allevatori è sostanzialmente quella di mantenere i livelli di produzione per tutto il 2021 su quelli registrati dal mese di gennaio al mese di aprile 2020 e nei mesi di novembre e dicembre che sono i mesi in cui la produzione del latte è fisiologicamente maggiore. Inoltre i produttori devono garantire e certificare il benessere dei propri animali affinché il prodotto risulti sano e controllato dal veterinario aziendale. Il nodo benessere è particolarmente importante nell’ottica del consumatore finale, oltre al fatto che il mancato rispetto del benessere animale è un reato, penalmente perseguibile.