Negli ultimi anni numerose diciture si sono fatte strada nel mondo dell’alimentazione, ormai non facciamo altro che leggere “senza conservanti”, “senza olio di palma”, “senza lattosio”, “senza glutine” ed il tutto non fa altro che istigare il dubbio sul consumatore attento che si chiede fino a che punto un determinato prodotto possa esserne davvero privo o se l’abbia mai davvero contenuto.
Un esempio su tutti è il formaggio “senza glutine” che, pubblicizzato con questa dicitura in Svizzera, attualmente ha creato falsi allarmismi in Italia e danneggiato i produttori e i prodotti italiani e l’immagine che essi hanno in tutto il mondo.
Fortunatamente l’Associazione italiana celiachia aiuta a fare chiarezza su un tema così delicato tanto per i produttori quanto per gli italiani in generale affermando che, tecniche e tecnologie abitualmente adottate, non comportano l’uso di ingredienti contenenti glutine.
Per tale ragione chi è celiaco può star certo di poter continuare a mangiare tutti i formaggi tradizionali poiché tutti non contenenti glutine e che il fatto che non vi sia una “dichiarazione ufficiale” sull’etichetta deriva semplicemente dalla sua assenza da sempre e su tutti i prodotti, pertanto sarebbe una distinzione insensata.
Il nostro consiglio, quindi, è quello di stare sempre attenti a quelle che a volte hanno tutta l’aria di essere semplici trovate commerciali e di cercare chiarezza!