L’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, oltre ad avere cambiato le nostre, ha anche modificato le nostre abitudini alimentari, rendendoci più consapevoli e attenti allo spreco. Il dossier di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha mostrato dati interessanti: lo spreco alimentare si assestato sulle 5,2 milioni di tonnellate di cibo nella spazzatura. A livello economico si tratta di un valore complessivo di 9,7 miliardi, di cui 6,4 miliardi derivanti dallo spreco casalingo e oltre i 3 miliardi le perdite nel commercio, nella distribuzione e dall’agricoltura.
Fattori geografici ed economici
Le restrizioni dovute al Covid-19, come abbiamo detto prima, hanno aumentato la nostra consapevolezza sullo spreco alimentare portando una diminuzione del 12%, circa 3,6 Kg in meno procapite, arrivando quindi a stabilire una quota di 27 Kg a testa. Questo a portato ad un risparmio di circa 376 milioni di Euro, con più di 200 mila tonnellate di cibo sottratti dalla discarica.
Questo trend, è mosso da diversi fattori e cambia a seconda della provenienza geografica e dal ceto economico. Più alta la riduzione degli sprechi al nord (più della media nazionale), mentre c’è scarsa attenzione al sud, che con circa 600 gr a settimana, supera la media nazionale.
Stessa dinamica tra i ceti medio alti ed il ceto più basso, che registra una spreco più alto del 9% rispetto alla media.
I motivi dello spreco
Il report di Ipsos e il Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, ha riportato diverse ragioni sul perché dello spreco alimentare. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di dimenticare di avere alimenti in fase di scadenza e il 42% anche di comprare frutta e verdura già in fase avanzata di deperibilità. Non manca però l’errore di comprare troppi alimenti che vanno a male (29%) e di calcolare male il cibo che serve realmente (28%).
Ecco inoltre l’elenco dei cibi più sprecati:
- Frutta fresca (37%);
- Verdura fresca (28%);
- Insalata (21%);
- Pane (21%);
- Cipolla, aglio e tuberi in genere (5%).
Etica e spreco alimentare
Quello dello spreco alimentare non solo un problema di soldi o di risparmio per le nostre tasche ma nasconde una questione molto più importante riguardante l’etica e il rispetto degli altri. Infatti secondo Coldiretti il numero degli italiani costretti a chiedere aiuto per un pasto sono raddoppiati fino a 4 milioni di persone.
Gli intervistati, infatti, hanno dichiarato di vedere lo spreco alimentare come una cosa immorale (83%) sia perché questioni etiche (80%) che per questioni di inquinamento (77%). Le stesse persone ritengono fondamentale promulgare una legge che obblighi le aziende ristorative e supermercati a donare il cibo ritirato dalla vendita.
Anche il Banco Alimentare, associazione che si occupa di recuperare il cibo dalle mense aziendali e dalla grande distribuzione, ha dichiarato di aver visto crescere del 40% le richieste di cibo.
Le azioni contro lo spreco alimentare
Sono tantissime le azioni nate per vedere lo spreco alimentare diminuire ed arrivare ad annullarlo quasi completamente.
Si parte già dall’agricoltura, che è sempre stata dedita al riciclo e riutilizzo di tutte le materie prime, ma che negli ultimi anni è stata vittima di alcuni standard di bellezza e forma che ha portato allo spreco di frutta e verdura che non risultavano idonee per la vendita al banco.
Alcuni supermercati, con Legambiente hanno lanciato una campagna mettendo in vendita ai clienti prodotti più grandi o più piccoli del normale o con alcuni difetti che non compromettono affatto il gusto della frutta o della verdura.
Inoltre stanno esplodendo sempre più app dedicate per la vendita a bassissimo prezzo di quegli alimenti vicini alla scadenza o rimasti invenduti a fine giornata. Una fra tutti Too Good To Go, che ha visto cresce la sua utenza fino a 43 mila box vendute nel 2020.
Non mancano inoltre le iniziative dei cittadini privati, tramite i progetti di Coop e simili che hanno visto una donazione di più di quasi 6 milioni di pasti durante l’anno, equivalenti a 5 mila tonnellate di cibo.