Recentemente, l’amministrazione Trump ha introdotto un aumento del 25% sui dazi di diversi prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea. Con l’insediamento della nuova amministrazione Joe Biden, dopo tre mesi dalla sospensione dei suddetti dazi, si è giunti a un accordo internazionale del valore di 500 milioni per far ripartire l’export italiano ed europeo in USA, primo mercato di sbocco per i prodotti agro-alimentari.
Le conseguenze dei dazi statunitensi sull’agroalimentare italiano
Durante il periodo di introduzione dei dazi sui prodotti agro-alimentari importati dall’Italia e dall’Unione Europea, si è registrata una perdita di circa mezzo miliardo di euro su prodotti di punta come il Grana Padano, l’Asiago, la fontina, il Gorgonzola, il provolone e tanti altri prodotti di eccellenza italiani tra cui anche i salami, gli agrumi, i succhi di frutta, i prodotti ittici, alcuni liquori come il Limoncello. L’Europa aveva risposto con un drastico calo delle richieste di prodotti e imposizione di dazi su prodotti come il formaggio cheddar, patate e noccioline, cotone, trattori e macchinari agricoli, consolle e apparecchi elettronici. L’accordo tra USA e UE che ha posto fine all’escalation di rivalse e ha aperto al dialogo costruttivo è stato siglato il 15 giugno 2021, sbloccando il mercato in entrambe le direzioni. Il valore dell’export dei soli prodotti agro-alimentari europei verso il mercato statunitense è pari a 4,9 miliardi di €.