Il consorzio di tutela della Mozzarella Campana DOP ha indetto un corso online per la formazione di nuovi casari. Il corso è stato reso accessibile anche agli stranieri, ma la notizia è che – riscontrato il successo delle edizioni precedenti che ha garantito al 93% dei partecipanti di trovare lavoro nella filiera – il corso per casari è andato sold out. Le 500 ore online per i 20 partecipanti sono occupate.
Come si svolge il corso per casari
La Scuola di formazione lattiero casearia del Consorzio è giunta alla quarta edizione del corso per casari, realizzato in collaborazione con il gruppo “FormaMentis”. A causa della pandemia corrente, per la prima volta, il corso sarà organizzato online utilizzando una piattaforma tecnologica in grado di garantire collegamenti stabili con gli studenti partecipanti.
Il corso prevede la frequenza di 500 ore di lezione seguite da un periodo di stage in grado di garantire un’opportunità concreta di accesso al lavoro in questo comparto. In realtà, il corso non prepara esclusivamente alla figura professionale del casaro, ma fornisce una chiave di lettura “moderna” di questa professionalità per accedere alla filiera con competenza e abilità pratica e tecnica. L’iscrizione al corso è stata aperta anche agli stranieri e tra i 20 partecipanti si annoverano, appunto, un iscritto israeliano, uno indiano e due donne che hanno deciso di investire il proprio futuro nella filiera casearia.
Le materie del corso che comporranno le 500 ore di lezione comprendono nozioni di chimica, microbiologia, ma anche diritto, normative e lezioni di pratica che – per il 2021 – sono spostate alla primavera, quando al termine del corso di potrà accedere alle aziende del Consorzio per mettere letteralmente le mani in pasta. Tra i giovani che si sono diplomati presso la Scuola casearia con la qualifica riconosciuta e ufficiale di operatore della lavorazione lattiero-casearia, bel il 93% ha trovato lavoro presso un’azienda già avviata o ha potuto avviare una propria attività autonoma nel comparto: indice di un’alta percentuale di collocamento.
La formazione si è rivelata fondamentale per la tutela del Made in Italy oltre che dello specifico prodotto della mozzarella di bufala, un’eccellenza dell’agroalimentare italiano. Inoltre, il corso – pur rivolto a tutti – si è rivelato fondamentale per colmare un gap formativo nel Mezzogiorno, offrendo sbocchi lavorativi, sociali e occupazionali in tutta la filiera, in modo dinamico e apportando risorse giovani e un’importante quota imprenditoriale femminile che ha contribuito a rilanciare il settore: il 39% dei circa 11.000 addetti ai lavori del settore ha un’età inferiore a 32 anni e di questi il 30% è donna. Le parole chiave dell’investimento in questo comparto sono quindi i giovani e le donne, la formazione e la costante ricerca e innovazione tecnologica pur mantenendo le caratteristiche originali del prodotto e la qualità tradizionale che lo distingue.
Le figure professionali ricercate nel settore caseario
Il settore caseario non può far ricorso allo “smart working”, trattandosi di un lavoro che richiede manualità, presenza fisica, collaborazione tra i lavoratori addetti. La crisi economica innescata dalla pandemia ha, quindi, profondamente segnato il settore. Inoltre, le regole sempre più severe sulla tracciabilità, l’introduzione delle nuove tecnologie, la ricerca di sistemi sostenibili di allevamento e gli investimenti sulla formazione richiedono risorse sia economiche che professionali. Il consorzio per la tutela della mozzarella campana DOP è, quindi, tesa a introdurre sempre maggiori risorse per dirigere il comparto verso la tecnologia e la sostenibilità. Sul fronte della tracciabilità è, attualmente, possibile determinare la provenienza delle singole partire di latte, degli allevamenti e dei caseifici, ma a breve sarà possibile anche individuare per ciascun allevamento il quantitativo di litri prodotti e trasformati per andare incontro alle specifiche richieste di controllo a livello europeo e per migliorare i processi di meccanizzazione verso una strada della trasparenza sempre più ben delineata.
La formazione diventa, così, un elemento fondante del comparto, perché non si ha bisogno solo di casari, ma anche di una serie di figure professionali di controllo, certificazione, di ingegneria gestionale, management e molti tecnici e diplomati meccanici. Lo scopo è allo stesso tempo la tutela del prodotto italiano pur mantenendo l’ambito della tradizione e della trasmissione del sapere di padre in figlio, ma con un occhio alla produzione da destinare all’estero sempre più attratti dalla qualità e dalle eccellenze del territorio italiano.