Il 2020 è un anno particolare anche per la borsa merci e in particolar modo per l’andamento del latte e i suoi derivati che nel corso del primo semestre registrano flessioni e riprese continue, tra aumento di produzione e consumi altalenanti, dettati dai cambiamenti di consumo e scelta dei prodotti prediligendo quelli a lunga conservazione e ad alto contenuto probiotico. Le cause? Gran parte della performance del settore caseario è influenzata dall’emergenza sanitaria che ha caratterizzato parte del 2019 e del 2020.
Il prezzo del latte
Assolatte riporta che il prezzo del latte “spot”, ovvero venduto fuori contratto in Italia è diminuito del 22,8% su base annua, attestandosi su 34, 75 € al quintale: un valore che però è sostanzialmente stabile da maggio 2020. Sui mercati europei il prezzo medio del latte è, invece, in progressivo recupero e dopo esser sceso a 32,6 € al quintale nel mese di giugno, tocca quota 33 € ad agosto (dato più recente a disposizione per i report semestrali diffuso dalla Commissione Europea). A fronte di una situazione di “stallo” per il latte, si registra un incremento dei prezzi per il latte in polvere e per il cheddar (che è il formaggio preso come parametro di riferimento nel commercio internazionale). Allargando lo sguardo sui mercati mondiali, l’andamento dei prezzi sembra trovare conferma con un calo o una sostanziale stabilizzazione dei prezzi del latte a fronte di un aumento di quello dei formaggi nei mercati statunitensi, in Australia e Nuova Zelanda. A conferma di ciò, si segnala il netto recupero di vendita, produzione e prezzi dei formaggi italiani DOP: Parmigiano Reggiano e Grana Padano.