Si sono avute aspre polemiche riguardo al Pecorino Romano e altre due Dop ovine sarde, cioè Pecorino Sardo e Fiore Sardo, a causa dell’esclusione di queste dalle aste dedicate ai formaggi Dop ed effettuate da Agea a partire dal 25 Giugno. Uno scontro che ha visti contrapposti, da un lato, la ministra dell’Agricoltura Bellanova e, dall’altro, il presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano, Palitta.
Per la Bellanova, non si è trattato di esclusione, infatti i formaggi sardi saranno oggetto di aiuti per la crisi derivante dalla pandemia di Covid 19, ma non prima degli ultimi mesi del 2020, in quanto sono ancora in corso le aste relative alla vertenza latte dell’anno scorso. Per il Consorzio invece sarebbe possibile una sorta di sovrapposizione e quindi un inserimento di tali prodotti nelle aste stesse.
Tutta colpa del decreto emergenze in agricoltura
Il tutto nasce dal ritardo con cui i governi al potere nel 2019 hanno fornito attuazione al decreto emergenze in agricoltura e, di conseguenza, le susseguenti aste relative sono state avviate. Queste saranno ancora in corso per il restante anno 2020. A peggiorare la situazione, poi, anche la mancanza di un piano di regolazione dell’offerta dei formaggi sardi. Da qui l’accesa diatriba tra Roma e Cagliari.