Come si fa a diventare casaro? Ma prima di tutto, perché si dovrebbe scegliere di fare questo particolare lavoro? Le risposte sono molto semplici in Italia: in generale, il nostro Paese, ha una posizione di rispetto, sotto il profilo culturale ed economico, nell’ambito dei settori lattiero-caseari mondiali, grazie alla sua ampia produzione di formaggi DOP tipici.
Nello specifico, le regioni del sud, grazie alle aziende ed ai soggetti coinvolti nel settore, rappresenta un pilastro vero e proprio e fornisce un importante contributo alle performance del sistema agroalimentare italiano. La presenza di formaggi tipici e riconosciuti, come ad esempio la Mozzarella di Bufala Campana DOP, fanno dell’Italia il luogo perfetto per sviluppare competenze particolari ed immediatamente spendibili nell’universo lavorativo, in questo contesto che seppur di nicchia offre una vasta serie di opportunità.
Il mastro casaro chi è?
Iniziamo da un punto molto importante: che mansioni ha il casaro e qual è il suo ruolo nel processo produttivo. I casari sono la figura di responsabilità nel processo di trasformazione del latte che da materia prima diventa un latticino derivato come la mozzarella, la nostra ricotta La Pecorella e, in generale, formaggi di ogni tipo. Dunque, il casaro è colui il quale deve garantire quotidianamente dei prodotti caseari freschi da inviare alla vendita ed al consumo.
L’arte casearia, come sappiamo, è un’attività nobile e antica che nel tempo si è arricchita grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche che hanno consentito l’introduzione di tutta una serie di strumentazioni che agevolano il loro lavoro, facendo in modo che sia più produttivo, più efficiente ma soprattutto conforme alle norme igienico-sanitarie più restrittive che regolano il settore agroalimentare.
Il lavoro del casaro: scopriamo cosa fa
Durante la sua attività lavorativa, il casaro si deve occupare di selezionare il latte crudo ed il caglio. Per quanto riguarda il latte crudo, esso, può essere caprino, bovino o ovino ed ogni tipo è destinato alla produzione di un formaggio di qualità specifica; invece, il caglio, è l’ingrediente principale per la produzione di vari tipi di formaggio e grazie alla sua funzione particolare permette la coagulazione del latte oltre che la separazione del siero dalla sua parte grassa. Questa figura, poi, si deve occupare del confezionamento del prodotto seguendo le prestabilite tecniche e monitorare la stagionatura o l’eventuale affumicatura, in base alla varietà di formaggio che si vuole produrre.
Cosa fare per intraprendere questa professione?
E finalmente, arriviamo a capire come si fa a diventare casaro. Questa è una domanda molto comune nel nostro Paese perché si tratta certamente di uno dei mestieri fra i più antichi del mondo. Però non va trascurato che, per essere svolto, oggigiorno, occorre una certa preparazione e formazione e, naturalmente, l’immancabile passione e anche un pizzico di fantasia.
In questo ambito, la formazione, richiede di acquisizione alcune importanti competenze che non riguardano soltanto la sfera puramente produttiva o il processo di trasformazione dei latti in formaggio a pasta filata, fresco o stagionato. Sono inoltre richieste delle capacità manageriali, sulla gestione d’impresa e di marketing, specialmente nel caso in cui si opti per avviare una attività propria. Una corretta manualità, tanto amore per le tradizioni e la predisposizione all’utilizzo di strumenti tecnologici chiudono poi il quadro di un perfetto mastro casaro.
Nonostante non sia necessaria un’istruzione scolastica particolare, è fondamentale, in ogni caso, intraprendere un percorso formativo per ottenere conoscenze ed approfondimenti necessari sull’affascinante settore lattiero-caseario. La ricca formazione deve puntare al raggiungimento di alcune abilità in grado di consentire il raggiungimento dei migliori risultati con lo sforzo minore possibile, soprattutto grazie anche ai nuovi processi e ai macchinari utilizzati quotidianamente da coloro che lavorano in questo ambito.