Un problema che ci si è sempre posti in ogni famiglia italiana in cui vi fossero dei bambini è quello della loro alimentazione ed in particolare del tipo di cibo da poter offrire loro man mano durante la crescita. Al giorno d’oggi, rispetto a diversi anni fa, si ha una maggiore scelta, una considerevole diversificazione dei prodotti offerti e più severi controlli, tuttavia a discapito alcune volte della qualità di alcuni di essi.
Alcune famiglie, comunque, tendono a far mangiare alcuni ingredienti appena possibile, mentre altre preferiscono aspettare o comunque chiedere consiglio al pediatra. Tra i prodotti su cui delle volte vi sono dei dubbi vi è il formaggio. Quando poterlo far assaggiare e soprattutto quale genere sarebbe il migliore da offrire? Il rapporto formaggi e bambini è molto variabile, in quanto alcuni bimbi non lo gradiscono, mentre altri ne vanno ghiotti. Cerchiamo di approfondire l’argomento.
Un prodotto davvero utile
Il formaggio è in pratica un derivato del latte (sia esso intero, parzialmente o totalmente scremato) e risulta essere particolarmente importante durante la crescita ed in generale nell’alimentazione umana. Infatti, esso contiene una buona dose di calcio, un minerale essenziale per lo sviluppo delle ossa e dei denti. Anche se soltanto il 35-45% di tutto il calcio riesce ad essere assorbito dall’organismo.
Tuttavia, per facilitare tale assorbimento in un bambino, è importantissimo far mangiare alimenti che contengano la vitamina D e quindi, ad esempio, del pesce (dal salmone alle sardine), del tuorlo d’uovo e del fegato, ove possibile. Comunque, naturalmente il tutto va abbinato ad un’alimentazione che sia il più completa possibile e soprattutto tendenzialmente adatta all’età del bimbo.
Altri benefici derivanti dal formaggio
Questo alimento, oltre a contenere calcio, fornisce fosforo e proteine nobili (cioè quelle che posseggono aminoacidi essenziali per lo sviluppo sano ed equilibrato di un organismo). Senza dimenticare poi la vitamina A, fondamentale per la crescita, il rafforzamento del sistema immunitario e per la protezione dei tessuti di vari organi.
Un formaggio fresco come la crescenza oppure la ricotta (quest’ultima, comunque, non potrebbe rientrare nella categoria dei formaggi, in quanto deriva dal siero del latte e non dal latte vero e proprio) presentano inoltre anche dei batteri preziosi per la flora intestinale di un bambino e quindi utile per l’equilibrio ed il corretto funzionamento del suo apparato digerente. Insomma, siamo di fronte ad un prodotto davvero completo ed importante per l’intero organismo, soprattutto nella delicata fase dello sviluppo.
Quando e cosa è possibile offrire ad un bimbo
A questo punto ci si può chiedere: che genere di formaggio è possibile far mangiare ad un bambino e a quale età è consigliabile? Come qualsiasi altro alimento nuovo, anche questo va fatto assaggiare pian piano ed in quantità moderata, sia per poter valutare il suo gradimento e sia perché risulta comunque essere un prodotto calorico (in quanto ricco di grassi) e con una certa presenza di sale.
Con un neonato di 6 mesi, si potrebbe insaporire la pappa aggiungendo un cucchiaio raso di formaggio grattugiato, come della grana ad esempio. Raggiunti i 7 mesi, invece, al suo pasto si possono cominciare ad abbinare i formaggini (sempre sotto forma di omogeneizzati) magari ipolipidici, cioè quelli con un modesto contenuto di grassi. Inizialmente se ne può fornire un semplice cucchiaino, poi un mezzo vasetto e in seguito uno intero, dalle due alle tre volte a settimana. Il tutto sempre alternandolo a quello di carne o di pesce.
Con l’arrivo degli 8-9 mesi si potranno iniziare a mangiare formaggi freschi, quali la ricotta, il caprino cremoso e la crescenza. All’inizio con un bel cucchiaio nella pappa e poi, col nono mese, anche una trentina di grammi per un paio di volte alla settimana. Una volta raggiunto il primo anno di età del bimbo, si può passare a far assaggiare altri generi di formaggio, anche più consistenti. Infatti, si possono somministrare, in piccole dosi e sempre gradualmente, degli assaggi di mozzarella di mucca o di bufala e quindi un prodotto a pasta filata maggiormente ricco di grassi e meno semplice sia da masticare che digerire per il piccolo. Col passare del tempo, poi, si può far provare altri generi di formaggi, sempre in modeste quantità e con molta attenzione.