Sono sempre più le persone che decidono di avere maggiore cura del proprio corpo e del benessere psicofisico e quindi durante l’anno avviano un’attività sportiva (all’aperto o in palestra) oppure una dieta. In quest’ultimo caso, si deve spesso rinunciare a qualche alimento che magari permette di soddisfare qualche golosità ma fornisce anche calorie in più, come possono essere ad esempio degli snack.
Da questo punto di vista, un alimento che risulta essere spesso visto malamente quando si segue una dieta è il formaggio, in quanto considerato non idoneo ad un ristretto regime alimentare. In realtà, formaggi e dieta rappresentano due elementi che possono tranquillamente coesistere, basta fare naturalmente attenzione alla tipologia del prodotto e alla quantità mangiata. Cerchiamo quindi di chiarirci le idee su quale genere di formaggio è possibile consumare comodamente all’interno di una dieta.
Cosa contiene un formaggio
Fortunatamente nel nostro Paese esistono diverse varietà e generi di questo prodotto, che si possono distinguere anche in base al livello di grassi presenti al suo interno. Da qui la distinzione tra formaggi magri (con meno del 20% di grassi, come latticini e ricotta freschi scremati), quelli leggeri (grassi tra il 20% ed il 35%, ad esempio la ricotta di mucca), quelli medio-leggeri (percentuale di grasso tra il 36% ed il 43%, come asiago o formaggi caprini).
Poi abbiamo ad un livello superiore, i formaggi medio-grassi (percentuale tra il 44% ed il 47%, rappresentati da scamorza, caciocavallo e mozzarella), ancora quelli grassi (con un livello variabile tra il 48% ed il 52%, che sono gorgonzola, fontina e mozzarella di bufala), per finire con quelli molto grassi (con percentuale superiore al 53%, come mascarpone e Caprice des Dieux).
Tuttavia, i formaggi non sono sconsigliati durante una dieta, in quanto, a parte il grasso, contengono anche una buona dose di calcio, proteine e vitamine varie, che forniscono all’organismo dei nutrienti importanti per il suo benessere. Di conseguenza, sarebbe inutile non assumere un alimento del genere e poi improvvisamente, considerando oltretutto anche il fatto che ne esistono tante varietà (anche molto magre e poco caloriche, come abbiamo visto) tra cui scegliere.
Cosa mangiare e soprattutto quanto mangiarne
Un errore alimentare che si commette frequentemente, sottolineato spesso anche da vari nutrizionisti, è quello di mangiare il formaggio a fine pasto o comunque come una sorta di aperitivo, abbinandolo quindi al pranzo o alla cena consueta. Invece esso dovrebbe essere consumato in sostituzione di un secondo piatto, come ad esempio la carne, il pesce o delle uova. E questo comporta un’assunzione considerevole di calorie nello stesso pasto.
Inoltre, a peggiorare la situazione vi sono anche le porzioni consumate. In una settimana dovremmo mangiare circa tre porzioni da 50 grammi di stagionati ed un etto di quelli freschi, mentre in realtà le porzioni assunte arrivano quasi a 6, raddoppiandone quindi la quantità. Di conseguenza, in generale, si dovrebbe ridurre quest’ultima e migliorarne invece la tipologia e soprattutto la qualità.
A questo punto, cosa è consigliabile mangiare durante una dieta? Dei formaggi magri e possibilmente freschi, come ad esempio dei fiocchi di latte, che forniscono 115 calorie per etto di prodotto (con 7 grammi di grassi), oppure una ricotta di mucca o di pecora, che contengono rispettivamente 146 e 157 calorie sempre in un etto e ambedue circa 11 grammi di grassi. Anche il Quark concede poche calorie (circa 159 in un etto) e percentuale di grasso assai ridotta (poco più di 11 grammi).
I prodotti invece sconsigliati nella maniera più assoluta durante un regime alimentare assai ristretto e controllato sono naturalmente quelli con l’apporto calorico più consistente. Tra questi possiamo annoverare, ad esempio, il mascarpone (con circa 460 calorie per etto), la burrata (che fornisce 450 calorie), l’emmenthal e la groviera, rispettivamente con 403 e 389 calorie. Tuttavia, come accennato, molto dipende anche dalla quantità e dalla frequenza con cui si mangiano tali prodotti. Infine, una precisazione è necessaria riguardo ai formaggi o latticini cosiddetti “light”. Questi, spesso, evidenziano sull’etichetta una percentuale minore di grassi, tuttavia questa è calcolata rispetto alla loro versione tradizionale. Di conseguenza, se quest’ultima contiene un’alta percentuale di grassi, anche il tipo leggero conterrà comunque una quantità consistente di questi, sia pur minore. In pratica, se la versione normale di un formaggio contiene il 50% di grassi e quella light magari il 35%, si resta sempre su livelli alti.